Camera - Centro Italiano per la Fotografia | Torino
28. April - 23. Mai 2021
Fotografo
Roberto Gabetti
CAMERA präsentiert die neue Ausstellung im Projektraum mit dem Titel Roberto Gabetti fotografo, die sich auf den höchst originellen fotografischen Blick von Roberto Gabetti (Turin, 1925-2000) konzentriert, der allgemein für seine Arbeit als Architekt bekannt ist, zwanzig Jahre nach seinem Verschwinden.
Obwohl er sowohl als Lehrer als auch als Designer und Kreativer ganz in der Praxis der Architektur gefangen war, bediente sich Gabetti bei der Beobachtung der ihn umgebenden Realität, der Architektur, der Gebäude und der Wohngebiete oft der Kamera: eine Erweiterung seines eigenen Blicks und ein Ort der visuellen Konzentration. Seit seiner Jugend beschäftigte er sich mit fotografischen Darstellungen von Ateliermodellen, Operationen, bei denen die Fotografie eine neue Form der Beobachtung der Architektur selbst ermöglicht. Ansätze, die sich auch in den Negativen und Abzügen wiederfinden, die den fotografischen Fundus der Familie Gabetti ausmachen: rund 300 Kleinbildfilmrollen mit insgesamt etwa 5.000 Negativen, komplett mit ihren Kontaktabzügen und Kontextinformationen, die eine Rückverfolgung zu den Motiven, Orten und oft sogar dem Datum der Aufnahmen ermöglichen.
Auf der Grundlage dieses Erbes hat der Kurator der Ausstellung, Sisto Giriodi, einen Ausstellungsparcours zusammengestellt, der anhand von mehr als 100 von den Originalnegativen gedruckten Fotografien Momente aus dem privaten und beruflichen Leben von Roberto Gabetti nachzeichnet, zusammen mit seinen Reisen in Italien und im Ausland auf den Spuren der großen Meister der Architektur, ihrer maßstabsgetreuen Modelle und Entwürfe, die seine Vorliebe für Linien, Formen, Details, Harmonie und die kuriosesten Kombinationen zum Ausdruck bringen.
Die Ausstellung wird von einem Katalog begleitet, der im Lindau Verlag erschienen ist und über 200 Aufnahmen sowie Texte von Sisto Giriodi und Daniele Regis enthält.
l 24 marzo 2021, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenterà, nella sua Project Room, la mostra Roberto Gabetti fotografo un omaggio all’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), universalmente conosciuto per il suo lavoro di architetto, a vent’anni dalla sua scomparsa.
Benché completamente versato alla pratica dell’architettura sia in qualità di docente sia in qualità di progettista e creativo, l’osservazione di Gabetti della realtà circostante, delle architetture, degli edifici e dell’abitato si è spesso avvalsa di una macchina fotografica, prolungamento del suo occhio e luogo della concentrazione visiva. Dotato di una Leica, probabilmente ricevuta per celebrare il suo ingresso di studente alla facoltà di Architettura, fin da ragazzo si cimenta con le riproduzioni fotografiche dei modelli di studio, operazioni in cui la fotografia permette una nuova modalità di osservazione dell’architettura stessa. Modalità che ritroviamo nei negativi e nei provini che costituiscono il fondo fotografico custodito dalla famiglia Gabetti che si compone di circa 300 rullini 35mm, per un totale di 5.000 negativi corredati dai relativi provini a contatto e dalle informazioni di contesto che permettono di risalire ai soggetti, alla località e spesso anche alla data degli scatti.
Sulla base di questo patrimonio, il curatore della mostra Sisto Giriodi ha costruito un percorso espositivo che, attraverso oltre cento fotografie stampate dai negativi originali, ripercorre momenti della vita privata e professionale di Roberto Gabetti – viaggi in Italia e all’estero sulle orme dei maestri dell’architettura, modellini e progetti – esprimendo il gusto per la linea, la forma, il dettaglio, l’armonia, i curiosi accostamenti.
Roberto Gabetti, conosciuto come importante architetto, autorevole professore di progettazione, apprezzato come “scrittore di complemento”, autore di libri e saggi su temi diversi, – commenta il curatore della mostra Sisto Giriodi – ha tenuto per vent’anni, dal 1945 al 1965, un ‘diario’ fotografico, fino ad ora segreto, dei suoi viaggi di studio, dei progetti e dei cantieri. Quei rullini sono rimasti in un antico cassettone nello studio di via Sacchi 22 a Torino, sviluppati e imbustati nei ‘libretti’ dal laboratorio di Riccardo Moncalvo. Le fotografie di Gabetti sono delle fotografie strane, che non hanno ‘padri nobili’ come gli Alinari, ma nemmeno ‘maestri’ riconoscibili nelle avanguardie storiche del ‘900. Si caratterizzano per scelte personali: provare punti di ripresa diversi da quelli del fotografo ‘in piedi’ con la macchina ‘in bolla’; accettare la presenza nelle immagini della vita quotidiana, di uomini, donne, bambini, automobili e biciclette; scelte che rimandano ad un’idea di fotografia come conoscenza delle ragioni delle architetture, delle città e dei paesi, ma anche come antropologia visiva dei modi di vivere, di abitare, di vestirsi, di spostarsi con “immagini del mondo che siano una misura dell’esperienza”, come affermava Luigi Ghirri.
La mostra è accompagnata dal catalogo, edito da Lindau, che propone oltre 200 scatti e testi di Sisto Giriodi e Daniele Regis.
Con il contributo di Regione Piemonte.
Roberto Gabetti
Roberto Gabetti nasce a Torino il 29 novembre 1925. Si laurea in architettura al Politecnico di Torino alla fine del 1949; è attivo nella facoltà dal 1950, prima come assistente di Scienza delle costruzioni, poi come «aiuto» e assistente alla cattedra di Carlo Mollino dal 1953. Dal 1967 è Professore Ordinario di Composizione Architettonica. Dal 1950 inizia l’attività professionale con l’apertura dello studio con Aimaro Oreglia d’Isola. Dal 1958 al 1988 è Direttore della Biblioteca Centrale della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. É stato membro dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze e dell’Accademia delle Scienze di Torino. Muore a Torino il 5 dicembre 2000.
CAMERA presents the new show in the Project Room titled Roberto Gabetti fotografo, focusing on the highly original photographic gaze of Roberto Gabetti (Turin, 1925–2000), universally known for his work as an architect, twenty years after his disappearance.
Despite being entirely caught up in the practice of architecture both as a teacher and as a designer and creative, Gabetti’s observation of the surrounding reality, of architecture, buildings and residential areas often exploited the camera: an extension of his own gaze and a place of visual concentration. Ever since he was a boy, he had tackled photographic representations of studio models, operations in which photography allows for a new form of observation of architecture itself. These are approaches that we also find in the negatives and proofs that make up the photography fond held by the Gabetti family: around 300 35mm film rolls, totalling some 5,000 negatives, complete with their contact proofs and context information that make it possible to trace them back to the subjects, locations and often even the date of the shots.
On the basis of this heritage, the curator of the exhibition Sisto Giriodi put together an exhibition itinerary which – through over 100 photographs printed from the original negatives – retraces moments from the private and professional life of Roberto Gabetti, along with his travels in Italy and abroad following in the footsteps of the great masters of architecture, their scale models and designs, expressing his taste for lines, forms, details, harmony and the most curious of couplings.
The exhibition is accompanied by a catalogue, published by Lindau, featuring over 200 shots as well as texts by Sisto Giriodi and Daniele Regis.
(Text: Camera - Centro Italiano per la Fotografia, Torino)