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Ausstellung | da casa a "ZuHause" | Katholische Kirche | Lenzburg


  • Katholische Kirche Bahnhofstrasse 23 5600 Lenzburg Schweiz (Karte)

Katholische Kirche | Lenzburg | Festa Svizzera Italia
13. - 28. September 2019

Da casa a “ZuHause”


Mondadori Portfolio

Mondadori Portfolio


Artikel 1 der italienischen Verfassung lautet wie folgt: “Italien ist eine demokratische Republik, die auf Arbeit beruht“. Während dieser Artikel angenommen wurde, am 22. März 1947, nahmen Tausende von Menschen Züge und Schiffe, um ihr “Bel Paese” zu verlassen.

Der Wandel in Italien in den Jahren nach dem Zweiten Weltkrieg gab absolut nicht Arbeit für alle, viele Arbeitsplätze starben in diesem Moment der Geschichte, so dass erfahrene Handwerker, Bauern, Maurer, Näherinnen ohne Zukunft waren, nicht in der Lage, sich selbst und ihre Familien zu versorgen.

Dies ist die Geschichte von Melo Vecchio, einem erfahrenen Möbeltischler, und seiner Frau Pippa, die ihr Sizilien verliessen in Richtung eines kalten und fernen Landes jenseits der Alpen mit einer unbekannten Sprache. Fast 2 Millionen Menschen wie sie versuchten von 1946 bis 1968, Teil des “Wirtschaftswunders“ zu sein, indem sie in die Schweiz emigrierten. Eine Erfahrung, die auch viele Menschen in Lenzburg in erster Linie gemacht haben. Sie wird mit Leidenschaft erzählt im Buch “Cacciateli!”, herausgegeben vom Verlag Feltrinelli. Geschrieben wurde sie von Concetto Vecchio, Sohn von Melo und Pippa. Er ist heute Schriftsteller und Journalist bei der «Repubblica». Geboren und aufgewachsen ist er in Lenzburg bis im Alter von 14 Jahren, als die Familie nach Italien zurückkehrte.

Die Bilder der Ausstellung zeigen wie die Worte des Buches die Schicksalsschläge, Leiden und Schwierigkeiten der Reise auf Suche nach Arbeit, ähnlich wie die vielen Reisen der Einwanderung heute, aber auch die Solidarität und die Möglichkeiten, die viele Menschen, die einmal ihr “Casa” verlassen haben, dazu gebracht haben, sich mit der Zeit “ZuHause“ zu fühlen, was von einer gemeinsamen Geschichte zeugt, die einen glücklichen Ausgang hat.

Die Erinnerung an das, was gewesen ist, ist aktuell. Viele von uns waren oder sind Einwanderer, und in diesen Bildern sehen sie sich selbst wieder, aber auch die Migranten, die jeden Tag ihr Land verlassen, um eine Reise zu unternehmen, von der sie das glückliche oder unglückliche Ende noch nicht kennen.


L’articolo 1 della Costituzione Italiana recita in questo modo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” e mentre questo articolo veniva approvato, il 22 marzo 1947, migliaia di persone prendevano treni e navi per lasciare il loro “Bel Paese”.

La trasformazione dell’Italia, negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, non dava assolutamente lavoro a tutti, anzi: molti lavori proprio in questo momento storico morivano lasciando esperti artigiani, contadini, muratori, sarte, senza futuro, incapaci di sostenere se stessi o la propria famiglia.

Questa è la storia di Carmelo Vecchio, detto Melo, esperto ebanista, e di sua moglie Giuseppa, detta Pippa, che lasciano la loro Sicilia, verso una terra fredda e lontana, oltre le Alpi, dalla lingua sconosciuta: quasi 2 milioni di persone, come loro, dal 1946 al 1968 hanno cercato di far parte del “miracolo economico” emigrando in Svizzera. È l’esperienza vissuta in prima persona da tante persone qui a Lenzburg, che ci viene ricordata da vicino e raccontata con passione nel libro “Cacciateli!”, edito da Feltrinelli, scritto dal figlio di Melo e Pippa, Concetto Vecchio, oggi scrittore e giornalista di “Repubblica”, nato e cresciuto a Lenzburg e qui rimasto fino all’età di 14 anni, prima del rientro della famiglia intera in Italia.

Le immagini della mostra, insieme alle parole del libro, mostrano le peripezie, le sofferenze e le difficoltà del viaggio per la ricerca del lavoro, simili ai tanti viaggi di immigrazione di oggi, ma anche la solidarietà e le opportunità, che hanno portato molte persone, una volta lasciata casa, a risentirsi con il tempo “ZuHause”, testimoniando una storia collettiva che ha un epilogo felice.

La memoria di quanto è stato è attuale. Tanti di noi sono stati, o sono ancora, immigrati, e in queste immagini rivedono se stessi ma anche i migranti che ogni giorno lasciano la propria terra per intraprendere un viaggio di cui non conoscono ancora la felice o infelice fine.

(Text: Margherita Guerra)