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Ausstellung | Billboard - Latronico 2018 - Maurizio Montagna | Galleria Cons Arc | Chiasso


  • Galleria Cons Arc Via Gruetli 1 6830 Chiasso Schweiz (Karte)

Galleria Cons Arc | Chiasso
12. Mai - 27. Juli 2019

Billboard - Latronico 2018
Maurizio Montagna


Latronico, 2018 | Maurizio Montagna

Latronico, 2018 | Maurizio Montagna


Im Jahr 2013 präsentierte CONSARC/GALLERIA eine Reihe von Billboards 2003-2009 von Maurizio Montagna, einem Mailänder Profi, der sich seit 20 Jahren der Architekturfotografie und der Darstellung der Stadtlandschaft widmet.

Montagna's Arbeit an Plakaten begann 2003 mit einer Recherche, die zunächst dazu neigte, die Funktion der Werbeflächen zu neutralisieren, die leer in der Stadtlandschaft verbleiben, sich auf die Umgebungssituationen beziehen und die Lücken verschiedener, oft zufälliger Realitäten schließen. Dieses neue Werk, das von CONS ARC / GALLERIA unter dem Titel Billboard - Latronico 2018 veranstaltet wird, wurde 2017 nach einem Landschaftsfotografie-Workshop geboren und geht von einem von Bianco Valente und Pasquale Campanella kuratierten Projekt mit dem Titel A cielo Aperto aus, das dank der Arbeit des Vereins Vincenzo de Luca in der Gemeinde Latronico, Basilikata, als Forschung und Experiment in der Welt der zeitgenössischen Kunst entstand. In dieser zweiten Phase der Arbeit an Plakaten, die konzeptueller und synthetischer ist, wird das "Kartellsubjekt" seiner primären Funktion beraubt und wird zum Versuch, das gleiche Objekt zu posieren und auch einen definierten Raum in der Leere und dem geschaffenen Mangel zu erfinden. Die Beobachtung eines sich im Laufe der Zeit verändernden Landschaftsfragments erfolgt von einem bestimmten Punkt aus und durch ein leeres, 6 mal 3 Meter breites Werbeschild, das speziell entworfen und am Fuße des Monte Alpi, oberhalb von Latronico (PZ-Italien) platziert wurde. Montagna erklärt in einem Interview mit Marianna Ascolese und Federica Deo für die Zeitschrift[c] compasses, dem internationalen Magazin für Architektur & Innenarchitektur / Middle East:

"Das Zeichen wartet nicht stillschweigend auf die Ankunft desjenigen, der es erkennen kann: es konstituiert sich nie selbst, außer durch einen Akt des Wissens" (M.Foucault, The Order of Things, Routledge, London 2002, S. 65)".

In den technischen Möglichkeiten, die das Instrument zur Verfügung stellt, in Bezug auf die Lesemöglichkeiten eines Subjekts zu handeln, ist das Vorrecht eines Künstlers. Fotografie ist ein Akt des Wissens, vielleicht mehr als die anderen Künste: Die sorgfältige Beobachtung eines Fotos ist ein Akt des Respekts vor der Welt. Jedes Detail eines Fotos kann Interpretationsmöglichkeiten eröffnen. Unsere Sensibilität wird uns die Möglichkeit geben, das Thema durch Codes zu verstehen: Es liegt an uns und unserer visuellen Kultur, es zu interpretieren und ihnen Bedeutung zu geben. Durch ein gutes Foto hoffe ich immer, die Überstrukturen des Subjekts aus dem Gleichgewicht zu bringen und eine Neuinterpretation geben zu können, bei der Sinn und Vision das "Opfer" des Subjekts durch Posen unterstützen. Dies gilt für jedes Modell, das ich versuche, meinen Werken vorzuschlagen, insbesondere für die Architektur, wo ein stereotyper Blick das Risiko birgt, Kanons vorzuschlagen, die mit vorab festgelegten Modellen gefüllt sind, mit dem traurigen Ergebnis, dass wir uns damit begnügen, zu sehen, was wir bereits wissen.


Nel 2013 la CONSARC/GALLERIA accoglieva una serie del lavoro dei Billboards 2003-2009 di Maurizio Montagna, professionista milanese che si dedica da 20 anni alla fotografia di architettura e alla rappresentazione del paesaggio urbano.

Il lavoro di Montagna sui Billboards parte dal 2003 con una ricerca che tendeva inizialmente a neutralizzare la funzione dei pannelli pubblicitari che, vuoti, restano nel paesaggio urbano, relazionandosi con le situazioni circostanti e riempiendo i vuoti di realtà diverse, spesso accidentali. Questo nuovo lavoro ospitato da CONS ARC / GALLERIA dal titolo Billboard – Latronico 2018, nasce dopo un workshop di fotografia di paesaggio nel 2017 e parte da un progetto a cura di Bianco Valente e Pasquale Campanella dal titolo A cielo Aperto, creato come ricerca e sperimentazione nel mondo dell’arte contemporanea grazie al lavoro dell’Associazione Vincenzo de Luca, nel Comune di Latronico, Basilicata. In questa seconda fase del lavoro sui Billboards, più concettuale e sintetica, il “soggetto cartello” viene privato dalla sua funzione primaria e diventa un tentativo di mettere in posa lo stesso oggetto e anche di inventarsi uno spazio definito nel vuoto e nella mancanza creatisi. L’osservazione di un frammento di paesaggio, che muta nel tempo, viene ripresa da un punto determinato e attraverso un cartello pubblicitario vuoto, largo 6 metri per 3, pensato e posto appositamente ai piedi del Monte Alpi, sopra Latronico (PZ-Italia). Spiega Montagna in un’intervista di Marianna Ascolese e Federica Deo per la rivista [c] compasses, the architecture & interior design international magazine / middle east:

“Il segno non attende silenziosamente l’arrivo di colui che può riconoscerlo: non si costituisce mai se non attraverso un atto di conoscenza” (M.Foucault, The Order of Things, Routledge, London 2002, p. 65)”.

Agire nelle possibilità tecniche che lo strumento mette a disposizione in relazione alle possibilità di lettura di un soggetto è la prerogativa di un artista. La fotografia è un atto di conoscenza, forse più delle altre arti:osservare attentamente una fotografia è un atto di riguardo verso il mondo. Ogni dettaglio di una fotografia può aprirci possibilità d’interpretazione. La nostra sensibilità ci darà la possibilità di una comprensione del soggetto attraverso dei codici: sta a noi e alla nostra cultura visiva interpretarli e dar loro significati. Attraverso una buona fotografia mi auguro sempre di scardinare le sovrastrutture del soggetto, riuscendone a dare una rilettura ove senso e visione avvalorino il “sacrificio” compiuto dal soggetto mettendosi in posa. Così è per ogni modello che cerco di proporre ai miei lavori, in maniera particolare per l’architettura, dove uno sguardo stereotipato corre il rischio di proporre canoni impagliati da modelli precostituiti, con il triste risultato di accontentarci di vedere quello che già conosciamo. 

(Text: Galleria Cons Arc, Chiasso)